Relazione Commissione Giustizia

ALLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
ON.LE PRESIDENTE
ON.LI DEPUTATI

Audizione del Comune di Vittoria 12.5.09 in merito alla PROPOSTA DI LEGGE d’iniziativa del Senatore Centaro n. 2364
Il sottoscritto Giuseppe Nicosia, Sindaco della Città di Vittoria, ringraziando per l’attenzione volta dall’istituzione parlamentare agli enti locali, con la presente audizione e per i provvedimenti legislativi in corso d’esame tesi a rafforzare la tutela delle vittime della criminalità, esprime il più ampio favore per l’iniziativa legislativa, sia in ordine alle modifiche alla legge 108/96 e alla legge 44/99, sia in ordine all’innovativa procedura per la composizione delle crisi da sovrindebitamento, ritenuti strumenti essenziali per il contrasto alla criminalità e, in particolar modo, ai reati di estorsione e di usura.
La città di Vittoria e le realtà territoriali limitrofe sono state, purtroppo, afflitte nel corso degli anni dagli attacchi della criminalità mafiosa che si è manifestata con una lunga serie di attentati omidiciari, che hanno connotato gli anni ‘80 e ‘90, con oltre 100 omicidi, culminati nella strage del 2.1.’99 (la famigeratamente nota “strage di S.Basilio”, nella quale furono uccise 5 persone e che decretò il sopravvento del ramo di “cosa nostra” gelese del clan emanuello sulla stidda che aveva imperversato negli anni precedenti con il clan vittoriese dominate-carbonaro), con una forte attività di traffico di stupefacenti, con pesante attività estortiva in danno delle attività economiche, anche medio piccole, e con fenomeni di usura. Proprio relativamente a queste ultime estrinsecazioni delle attività criminali si sono registrati numerosi casi di incendio di locali, aziende o auto (il più eclatante e ancora non pervenuto a soluzioni giudiziarie certe è stato l’incendio di alcuni box del mercato ortofrutticolo nel luglio 2007). Numerose, comunque, le operazioni di polizia giudiziaria, della Procura e della Direzione Distrettuale Antimafia (circa 1800 gli arrestati per mafia), che hanno portato a indebolire fortemente il tessuto criminale, tuttavia ancora presente e che riemerge di volta in volta anche se in modo meno eclatante ma egualmente invasivo.
Tutto ciò fino a qualche tempo fa nella preponderante assenza di collaborazione da parte delle vittime, preda del terrore che, inevitabilmente, l’attività criminale incute e non invogliate anche dai tempi lunghi delle risposte di tutela e sostegno da parte delle istituzioni.
Oggi, la maggiore presenza dello Stato, le importanti operazioni di polizia e le risposte della Magistratura, le misure di sostegno legislative, tuttavia, spingono in una diversa direzione e stanno producendo effetti positivi sul sentimento di fiducia della gente nelle istituzioni.
In Sicilia si sta, pertanto, diffondendo sempre più una diffusa sensibilizzazione verso i temi della legalità, e i segnali di ribellione alla criminalità mafiosa sono molteplici e provenienti da varie direzioni, tanto per citare esempi noti ma mai sufficientemente encomiati, quali le iniziative dei ragazzi di “addiopizzo”, la costituzione di parte civile degli enti locali ma anche delle associazioni rappresentative di interessi diffusi a fianco degli imprenditori che coraggiosamente denunciano, la diffusione ed il preziosissimo lavoro delle associazioni antiracket, il ruolo di alcuni Comuni quali, Gela, Niscemi, Vittoria ed altri nel sostenere le vittime nell’azione di denuncia, i percorsi di legalità nelle scuole e con la società civile, le prese di posizione di Confindustria con il presidente Lo Bello, i tanti imprenditori che ormai stanchi dei taglieggiamenti hanno rotto il muro omertoso che proteggeva il fenomeno estorsivo e si presentano quasi quotidianamente nelle aule dei tribunali penali per testimoniare e riconoscere i loro estortori.
In questo contesto di impegno istituzionale e sociale, di sostegno morale ma anche materiale alle vittime del reato, abbiamo ritenuto di inserirci, consapevoli del ruolo di un’istituzione quale il Comune in una realtà ad alta densità criminale, oltre che con la costituzione di parte civile in tutti i processi di criminalità organizzata sul territorio, con la citazione civile per danni nei confronti di tutti i condannati vittoriesi per associazione mafiosa, con l’utilizzo a fini sociali e l’assegnazione dei beni confiscati, anche con un provvedimento amministrativo che, in buona sostanza, premia la ribellione al “pizzo” e all’usura tramite denuncia o collaborazione e, viceversa, sanziona con la revoca della concessione comunale quegli imprenditori che, operando in strutture comunali o a concessione comunale, non intendano denunciare o collaborare con le forze dell’ordine in caso di reato.
Il provvedimento, a quanto ci risulta il primo adottato da enti locali e ora seguito e salutato positivamente da altri quali la Provincia di Roma, il Comune di Genova, quello di Niscemi o l’associazione di Enti Locali “Avviso Pubblico”, recepito in alcune sue parti anche nella L. 20. 11. 08 n. 15 della Regione Siciliana, proposto con delibera di Giunta Municipale del 9. 1. 08 n.16 e approvato con delibera del consiglio comunale del 27.2.08 n.20, all’unanimità in modo bipartisan, prevede l’abbattimento, tramite concessione di un contributo di pari importo, dei tributi comunali per anni 10 in favore di quei soggetti esercenti un’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale che denuncino o collaborino con le autorità in caso di reati commessi al fine di compiere un’estorsione, nonché un piano di rientro concordato con rateizzazione di 5 anni per i tributi pregressi. Prevede altresì l’abbattimento per 5 anni dei canoni concessori qualora sia un imprenditore titolare di concessione comunale (es. box mercato ortofrutticolo o floricolo).
Si è voluto anche anticipare l’effetto positivo per chi denuncia, ovviando così ai tempi dilatati del processo, prevedendo all’art 3 la sospensione immediata dei tributi come conseguenza della semplice dimostrazione di aver fornito alle autorità giudiziarie collaborazione e/o denuncia, salvo verifica e provvedimento finale all’esito del procedimento e certificato dal Prefetto o dall’autorità giudiziaria o tramite acquisizione della sentenza.
In pratica, mentre le attuali norme nazionali mirano a riparare ai danni causati dall’evento lesivo, le finalità del regolamento comunale si sono poste l’obiettivo di premiare l’azione di denuncia e di ribellione al racket a prescindere dalla sussistenza di un danno economico e dalla sua verifica e quantificazione.
Con tali nome regolamentari, l’amministrazione comunale non ha certamente la velleitaria pretesa di far determinare la vittima alla denuncia, che si ritiene, al pari di quanto espresso dal Commissario nazionale antiracket, Giosuè Marino, debba essere motivata dall’esigenza di fare impresa in modo libero e dal sentire vicine le istituzioni, nonché maturi la propria decisione di collaborare per motivazioni diverse quali la fiducia nella risposta della giustizia, l’efficace protezione dello Stato, un maggior senso di sicurezza.
L’amministrazione ha semmai ritenuto con tale disposizione di offrire ulteriori incentivi, premialità, un evidente segnale etico a chi decide, per motivazioni senz’altro più nobili e coraggiose, di rompere il muro dell’omertà. Un segno tangibile di solidarietà e di vicinanza dell’ente Comune alla vittima, ed un segnale morale di diversa considerazione per chi collabora alle indagini rispetto a chi tace e, così facendo, pur nella considerazione dell’ovvio e comprensibile metus, tuttavia finisce involontariamente e indirettamente per alimentare il senso di onnipotenza e prepotenza della criminalità.
L’altro aspetto, quello per così dire sanzionatorio, prevede la revoca della concessione o autorizzazione a operare in regime concessorio in struttura comunale o a gestione comunale. E’ il caso dei mercati, quali quello dei fiori, ortofrutticolo, ittico etc. L’idea e la volontà sono sorte a seguito della consapevolezza che proprio nei mercati cittadini, luogo di commercializzazione di prodotti di qualità dell’economia locale, luogo di formazione del prezzo e di emergenza della trasparenza delle operazioni commerciali, dove conferiscono circa 4.000 aziende agricole, si è storicamente sviluppata la pressione estortiva nelle forme più gravi (tanto da far qualificare negli anni ’80 all’allora Alto Commissario per la lotta alla mafia, Prefetto Sica, il mercato ortofrutticolo come il “buco nero” dell’economia vittoriese) e quale risposta alla criminalità per il più recente incendio del mercato ortofrutticolo.
Con tale norma regolamentare, sulla scia delle iniziative di espulsione di Confindustria Sicilia e del tutto simile a ciò che prevede il DDL cosiddetto “sicurezza” a livello nazionale con l’esclusione dagli appalti delle ditte che non denunciano, si intende raggiungere l’obiettivo diretto di stimolare l’imprenditore alla
denuncia, trovandosi dinanzi all’alternativa di perdere definitivamente la concessione ad operare all’interno del mercato.
Considerata la storica sottoposizione ad estorsione di tali operatori e la loro altrettanto storica e consolidata ritrosia alla collaborazione, evidenziata purtroppo dai precedenti giudiziali, trattasi di un provvedimento “forte” in una realtà come quella vittoriese. Una sanzione, ma nello stesso tempo anche uno scudo, per chi non intende piegarsi alla richiesta estorsiva o usuraia. Una motivazione economica, il rischio di perdere l’attività, quale strumento per opporsi al pizzo, per tenerlo lontano dalla propria attività, o quanto meno per individuare nella collaborazione con le forze dell’ordine l’unico rimedio, per mantenere la concessione comunale ad operare in strutture e ruoli estremamente redditizi.
Il regolamento ha avuto le sue prime applicazioni. A distanza di pochi mesi, infatti, dalla sua approvazione si è registrata la prima istanza di ottenimento dei benefici, proposta tramite la locale associazione antiracket ed in seguito ad un attentato incendiario ed agli arresti che ne sono conseguiti, in forza della quale l’ufficio tributi del comune ha sospeso l’applicazione dei ruoli comunali gravanti sulla vittima in attesa della conclusione delle indagini e di provvedimenti dell’autorità giudiziaria.
Altre 4 istanze sono pervenute successivamente e, pur essendo ancora un numero estremamente limitato e non indicativo delle reali vittime di attività estortive, è pur sempre un grande segnale di novità rispetto al passato che non vedeva esporsi nella denuncia alcun imprenditore.
Delle cinque istanze, quattro sono state accolte, ed una rigettata, perché facente riferimento ad accadimenti, avvenuti in periodi precedenti all’entrata in vigore del regolamento. A sua volta, le quattro istanze accolte hanno riguardato, in numero uguale, sia denunce nei confronti di atti estorsivi, che denunce per usura.
Gli effetti dei provvedimenti adottati hanno comportato una sospensione della riscossione dei tributi locali per un ammontare complessivo di €. 24.126,30.
Le reazioni al provvedimento da parte della associazioni di categoria e degli stessi operatori di mercato, sono state di estremo favore; un riscontro estremamente positivo è stato espresso anche da parte del Presidente della Commissione Regionale antimafia, dalle associazioni antiracket, dalle associazioni di categoria, dai comitati contro il pizzo. Numerosi commenti positivi sono arrivati, inoltre, da imprenditori “simbolo” che si sono già ribellati al pizzo quali: Vincenzo Conticello, titolare della Focacceria S. Francesco a Palermo, Enrico Colaianni dell’associazione Libero Futuro o lo stesso presidente di Confindustria Ivan Lo Bello. Il provvedimento è stato promozionato più volte dalla stampa anche nazionale, che ha dato il senso di come anche modesti incentivi o segnali di attenzione, da parte delle istituzioni locali, siano salutate come un’importante novità e siano valutate positivamente dalle vittime del reato e da chi le rappresenta.
Considerato l’effetto positivo che una seppur minima leva economica, quale la sospensione e l’abbattimento dei tributi comunali, ha ingenerato nell’opinione
pubblica e nei primi imprenditori che vi hanno fatto ricorso, considerata la necessità di attivare tutte le misure possibili per incentivare le denunce contro l’estorsione e l’usura – ancora in numero assolutamente insufficiente ed inadeguato alla portata diffusa del fenomeno -, considerata l’ulteriore e connessa necessità di vincere e superare il diffuso pessimismo sulla praticabilità ed efficacia delle iniziative rivolte ad assistere le vittime dell’usura e del racket, considerata l’emergenza di questi fenomeni criminali soprattutto in un periodo come quello attuale di gravissima crisi economica, che attanaglia le imprese, con le difficoltà connesse all’accesso al credito, ritenuti i problemi di eccesso di indebitamento della stragrande maggioranza delle famiglie meridionali, e non solo, che può costituire ulteriore elemento di scivolamento imprenditoriale verso le forme di usura, appare del tutto auspicabile e si sollecita in occasione della presente audizione che tra i provvedimenti a favore delle vittime dell’estorsione e dell’usura possano essere inserite anche:
– disposizioni agevolative non solo di imposte quali IRPEF, IRES, IRAP, etc, ma anche riduzioni percentuali del costo contributivo da lavoro dipendente, così come peraltro pare fosse previsto in emendamento al Senato con la proposta dell’art.23 bis;
– venga legiferata l’esenzione anche delle imposte comunali, al fine di dare copertura legislativa alla regolamentazione spontaneamente adottata dagli enti locali, facendo ricorso all’espediente amministrativo del contributo, in misura pari all’importo del tributo da “condonare”;
– parimenti auspicabile che questo sforzo di legalità degli enti, che hanno adottato o adotteranno simili comportamenti, sia sostenuto con trasferimenti aggiuntivi pari almeno all’importo delle mancate entrate, a seguito dell’adozione di tali misure premiali e di legalità, e delle spese affrontate per la diffusione e promozione dell’azione di denuncia e di conoscenza dei benefici previsti, per le azioni di contrasto alla criminalità. Rilevante importanza, al fine di far maturare la consapevolezza degli aiuti da parte degli enti locali, rivestono iniziative quali convegni, brochure e ogni altro impulso in grado di promuovere le misure adottate nella lotta alla criminalità;
– aiuti agli enti locali e finanziamenti per la realizzazione di progetti di sicurezza urbana, aventi come finalità l’aiuto ed il sostegno alle vittime dei reati, il loro accompagnamento nel reinserimento lavorativo o nell’attività d’impresa, nella consulenza di carattere finanziario, contabile e giuridico, nel supporto psicologico, anche in collaborazione con le organizzazioni aventi esperienza nel settore e con le associazioni antiracket;
– istituzione di zone franche per la legalità alla stregua di quanto previsto nella L. R. Siciliana 15/2008;
– semplificazioni all’accesso ai fondi e maggiore promozione delle agevolazioni e dei servizi offerti alle vittime, e campagne di sensibilizzazione, avvalendosi degli enti locali e delle associazioni antiracket e del ruolo degli istituti di credito e dei Confidi;
– maggior sostegno e finanziamento ai fondi per le vittime dell’usura, del racket, della criminalità organizzata affinché unitamente a procedure più spedite costituiscano effettivamente una pronta risposta dello stato ed un’iniezione di fiducia per la vittima che denuncia e si costituisce parte civile.
Ringraziando l’intera Commissione e la sua Presidenza, per il segnale di interesse parlamentare e di sensibilità alle opinioni ed esperienze degli enti locali, ed in particolar modo di un Comune di medie dimensioni, afflitto dai macro problemi prodotti dalla criminalità organizzata, auspico una pronta emanazione dei provvedimenti in esame e auguro un buon lavoro nell’interesse della collettività.

Giuseppe Nicosia
Sindaco di Vittoria