Sono d’accordo con il parlamentare regionale Giuseppe Digiacomo sulla necessità di avere una tempistica certa sull’apertura dell’aeroporto di Comiso. Occorrono tempi certi e serve che il governo nazionale dica chiaramente se vuole far partire lo scalo. Dopo la partecipazione alle riunioni convocate dal Prefetto, Giovanna Cagliostro – che ho apprezzato molto perché ha riunito tutte le parti attorno allo stesso tavolo, dando una sferzata definitiva alla vicenda – e dopo l’intervento della Regione, che grazie all’impegno dell’assessore Pier Carmelo Russo e del dirigente generale Vincenzo Falgares ha messo a disposizione le somme per lo start-up, risulta incomprensibile l’atteggiamento assunto dagli organi nazionali, con in testa l’Enav, che ancora parlano di somme esose per gli assistenti di volo e di incertezze sul futuro. Sono certo che l’opera svolta dal Prefetto darà i suoi frutti, ma esprimo tutte le perplessità di un territorio ancora una volta trascurato. Vicende come quella dell’aeroporto di Comiso non accadrebbero mai in Lombardia o in Veneto: la marginalità territoriale della nostra area non può essere aggravata dalla marginalità politica. Ecco perché condivido il ragionamento e le preoccupazioni di Digiacomo.