Il Gup di Ragusa, Andrea Reale, in sede di giudizio abbreviato, con sentenza n. 81/18 del 22.3, ha assolto dall’imputazione di abuso d’ufficio, perché il fatto non costituisce reato, l’intero CdA ex Amiu, in carica nel 2010. Il collegio difensivo degli ex amministratori, costituito dal sottoscritto, dall’avvocato Maurizio Catalano e dall’avvocato Rosario Cognata, con la partecipazione, in udienza di discussione, anche dell’avvocato Anna Iachella, nonostante l’approssimarsi della prescrizione ha richiesto il rito abbreviato perché’ voleva l’assoluzione piena per i propri assistiti, nel convincimento che essi avessero operato correttamente e tale scelta è stata premiata dall’esito ampiamente favorevole del giudizio. La vicenda riguardava la trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato di un contratto temporaneo, oggetto di molteplici rinnovi. Tale vicenda era stata sollevata con grande clamore da esponenti dell’opposizione che avevano interessato, con esposti, sia la Magistratura che l’assessorato enti locali. Quest’ultimo dopo la richiesta di relazione aveva archiviato l’esposto, mentre la procura di Ragusa aveva contestato la sussistenza dell’abuso d’ufficio. La difesa ha dimostrato che gli amministratori avevano richiesto diversi pareri legali nonché a consulenti del lavoro, provando così la buona fede degli stessi e l’assenza di dolo. Sono state inoltre prodotte dalla difesa sia le sollecitazioni avanzate da parte dei sindacati nonché, in modo dirimente, le precedenti sentenze del giudice del lavoro che in casi simili aveva condannato l’azienda a convertire il rapporto di lavoro, così come avevano poi nel caso specifico deliberato gli accusati. Quest’ultimo elemento dimostrava anche la corrispondenza a legge dell’operato degli ex amministratori; essendo l’Amiu un’azienda pubblica di rilevanza economica, essa era soggetta alla stessa normativa prevista per i datori di lavoro privati, anche a seguito della equiparazione legislativa. Inoltre se l’azienda avesse resistito, visti i precedenti giudiziari giuslavoristici, sarebbe rimasta soccombente in eventuale giudizio civile con ulteriore aggravamento dei danni. Tali ragioni hanno evidenziato l’errore della Procura nel formulare l’imputazione, tanto è vero che anche il Pm d’udienza si è alla fine espresso per l’assoluzione, per assenza di dolo. Personalmente, tenevo molto a questo processo e all’assoluzione degli imputati, non solo per ovvi motivi professionali e perché ritenevo che la Procura, a quel tempo, fosse incorsa in un errore di valutazione, ma soprattutto perché ero assolutamente certo dell’onestà e della correttezza, dimostrata anche nel caso in questione, di quegli amministratori, essendo stati nominati tutti da me, all’epoca dei fatti, nella mia precedente funzione di sindaco.