Commento la notizia dell’annunciata querela nei miei confronti da parte del candidato sindaco Francesco Aiello. Pensavo che non fosse opportuno aggiungere altro su un fatto disdicevole quale quello che nei giorni scorsi ho denunciato all’opinione pubblica. Ma poiché mi si annuncia querela e si definisce provocatorio il passaggio dell’auto istituzionale davanti alla segreteria politica del candidato Aiello, mi tocca replicare. Quanto alla querela, si accomodi pure: sarà all’incirca la cinquantesima che propone contro il sottoscritto, sarà infondata come le altre e si concluderà con una condanna per calunnia e falsa testimonianza, oltre che con una condanna alle spese. Risibile è la scusa addotta dal candidato per giustificare i cori da stadio inneggianti all’offesa.
A dire di Aiello, infatti, l’auto di servizio guidata dall’autista del Comune e con a bordo non solo il sindaco ma anche il comandante della Polizia municipale avrebbe rischiato di travolgere chi si trovava davanti alla sua segreteria politica: quanto sia ridicola tale affermazione è sotto gli occhi di tutti. Ma l’aspetto peggiore delle sue dichiarazioni è il messaggio diseducativo – che odora di bullismo di quartiere – che viene lanciato alla città: il passaggio del sottoscritto, di chi è inviso, antagonista od oppositore di Aiello non è consentito in alcune strade. Questa mentalità evoca pensieri fascisti o da gang. Quindi mi chiedo: è lecito, per il candidato Aiello, oltraggiare, offendere chi non è gradito e passa davanti alla sua segreteria, in stile forche caudine, o squadristi con l’olio di ricino, o bullismo da scuola media? Ma dove siamo, a San Berillo a Catania, o a Scampia a Napoli, dove non si può passare perché altrimenti si mette a rischio la propria incolumità? Non è che questo signore ha visto troppe volte Gomorra? Siccome io abito da quelle parti, siccome non sono stato cacciato e sono, a Vittoria, l’unico sindaco eletto direttamente dal popolo che termina il proprio doppio mandato alla scadenza, e siccome non ho paura delle intimidazioni, dirette o indirette, né dei bulli, né dei guappi di quartiere, continuerò a percorrere, senza alcuna intenzione di provocare, tutte le strade di Vittoria ogni volta che lo vorrò. Il problema è che Aiello, ormai senza pudore politico, attraverso la falsa difese di chi, al netto delle migliori interpretazioni, ha atteggiamenti maleducati, continua ad avallare la sottocultura dell’illegalità, della prepotenza e dell’inciviltà.