Provo dolore per l’omicidio del barbone algerino Milud, ennesimo atto di disperazione, mancato inserimento e violenza. Non c’è dubbio che, nonostante gli sforzi, i tentativi d’integrazione ed il grande lavoro che svolgono alcuni presidi che vanno da padre Beniamino alle altre parrocchie ed alle attività sociali, ancora la strada per una integrazione nella città di Vittoria e, soprattutto, per una possibilità di convivenza quanto più dignitosa e socialmente evoluta per coloro che vengono da fuori e hanno difficoltà a trovare un’abitazione, la strada è ancora lunga da percorrere. Al momento non si può che auspicare che la città sia sempre più solidale possibile e, soprattutto, vi sia una vigilanza anche da parte delle forze dell’ordine e dei nostri vigili urbani, affinché queste situazioni di estremo disagio e, poi, anche di pericolosità in cui vivono i migranti, possano essere sempre più controllate e ridotte. È brutto e grave leggere che periodicamente, e il più delle volte per problemi interni, legati alla loro convivenza, tra migranti vi siano risse o fatti di violenza che sfociano, come nel caso specifico, nella morte. Vorremmo essere conosciuti come una città dove, invece, tutti i migranti trovano un’occupazione ed una possibilità d’inserimento; ed anche tra loro abbiano regole di più civile convivenza.