Esprimo solidarietà al giornalista Paolo Borrometi, fatto oggetto di minacce da parte di esponenti della criminalità vittoriese. Purtroppo conosciamo bene l’arroganza e il tono delle minacce della criminalità e non possiamo non condannare simili episodi in ogni sede e nei confronti di chiunque, a maggior ragione nei confronti di un giornalista che svolge attività di inchiesta. Vittoria non è una città che si esprime con le minacce: quella è una parte minoritaria, che va scacciata ed emarginata. Vittoria è soprattutto la città delle iniziative antimafia, delle costituzioni di parte civile, dei beni confiscati alla mafia assegnati alle cooperative, dei percorsi di legalità, delle iniziative culturali, dell’economia sana, agricola e dentro il Mercato, dei tanti imprenditori che quotidianamente si confrontano con le difficoltà di una città meridionale che ha tanta voglia di fare, che può contare su un’economia positiva ma che si ritrova addosso le attenzioni della criminalità. Sono molto dispiaciuto per gli attacchi ricevuti da un giovane giornalista che si sta esponendo nel campo della libera informazione, ma purtroppo l’arroganza della criminalità non è una sorpresa. A Vittoria, in passato, si sono registrati, nei confronti del crimine, un atteggiamento di scarsa denuncia e persino qualche strizzata d’occhio da parte di una vecchia e malsana attività politica, che a livello elettorale ha ritenuto di non andare oltre le mere espressioni di facciata. Fortunatamente, si tratta di una gestione politica ormai superata.