Abbiamo commemorato questa mattina, come ogni anno, le vittime dello sbarco di immigrati tunisini avvenuto sulla costa di Baia Dorica a Scoglitti, nel 2002. Una commemorazione che, purtroppo, è sempre più attuale, in un periodo in cui assistiamo ormai a esodi di proporzioni bibliche da paesi martoriati da guerra e miseria. Intere popolazioni sfidano il mare in cerca di una vita migliore, ma sempre più spesso quel sogno di libertà si infrange su una qualche remota spiaggia di una Europa debole, sempre più egoista e disumana, che pensa di fermare l’esodo, innalzando nuovi muri vergognosi. Innalzano muri, dimenticando la loro stessa storia di popoli perseguitati dal nazismo.
Ma anche i muri dell’indifferenza possono essere dannosi non meno di quelli di filo spinato: ecco perché questo giorno per la città di Vittoria, che da sempre si distingue per l’accoglienza e l’umanità – non a caso la corona di fiori è stata lanciata in mare dai ragazzi migranti ospiti della comunità Valdese – deve diventare non solo il ricordo di quello che accadde nel 2002, ma la commemorazione simbolo di tutte le vittime del mare e il nostro modo di gridare NO ai muri dell’egoismo e della disumana vergogna, da qualunque parte e da chiunque vengano innalzati.