CITTÀ DI VITTORIA
Che la crisi ha inflitto al comparto agricolo un durissimo colpo, facendo registrare perdite per svariati milioni a centinaia di piccoli e medi imprenditori;
che non si tratta della crisi di un solo comparto, ma che, a cascata, la crisi del settore agricolo sta influenzando il settore edile, quello artigianale, quello commerciale e l’economia vittoriese nella sua totalità;
che l’accordo bilaterale euro-marocchino, entrato in vigore lo scorso ottobre, sta causando decisive flessioni di vendita nei mercati italiani, introducendo dinamiche di dunping economico e sociale che contribuiscono a mettere fuori mercato le aziende agricole del Mediterraneo e del Sud Europa e, particolarmente nel mercato alla produzione di Vittoria, sta creando una vera e propria paralisi nella commercializzazione ortofrutticola dell’ultimo mese;
che si è registrato, nelle ultime settimane, il crollo totale dei prezzi per tutti i prodotti ortofrutticoli, raggiungendo un minimo storico al Mercato Ortofrutticolo mai registrato in questo periodo dell’anno e per un lasso di tempo così lungo;
Che i fondi europei stanziati per affrontare questo momento sono gestiti in maniera iniqua e distorta e non vengono utilizzati per sostenere le aziende agricole produttive assolutamente insufficienti per tutti gli imprenditori agricoli;
che l’entrata in vigore dell’articolo 62 del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, che impone il pagamento dell’ortofrutta venduta entro i trenta giorni, sembra determinare, nella sua prima applicazione, anziché un vantaggio per il produttore, così come concepito dal legislatore, in realtà svantaggi per i nostri produttori, non garantendoli nei confronti della grande distribuzione e della commercializzazione che, anzi, sembrerebbe si stia rivolgendo all’estero, in Paesi dove questa normativa non esiste;
che nei giorni scorsi la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge di Stabilità 2013 contenente l’abrogazione delle agevolazioni fiscali previste nel comparto agricolo per la tassazione delle cooperative e società, con conseguente innalzamento esponenziale delle tassazioni;
Che, per i motivi fin qui esposti, si paventa il collasso del sistema produttivo agricolo nazionale e in particolare di quello siciliano, anche per effetto di una serie di patologie come quella della fillossera della vite che decretò la morte, da un giorno all’altro, del sistema vitivinicolo;
per quanto sopra,
l’assessore regionale alle Risorse Agricole, Dario Cartabellotta e il Ministro per le Politiche Agricole a prendere coscienza dello stato drammatico in cui versa l’agricoltura siciliana e di farsene portavoce presso le istituzioni di riferimento, compresa la Commissione Agricoltura del Senato.
Ai Governi Nazionale e Regionale, di attivare le seguenti misure urgenti e straordinarie, per competenza:
1) Controlli più severi ed efficaci sulle merci provenienti dai Paesi esteri, sulle quantità importate e sul trattamento delle stesse (taroccamento);
2) Un piano di risanamento finanziario delle aziende agricole produttive in crisi contrattandone direttamente l’attuazione con l’UE e il Governo Nazionale; moratoria per i debiti e sospensione delle prossime scadenze (da sei mesi a un anno e comunque per il tempo necessario ad avviare misure di risanamento delle aziende), per quanto riguarda INPS e SERIT e blocco delle procedure delle esecuzioni immobiliari a carico delle imprese agricole e non;
3) Procedure burocratiche snelle e non complesse e di facile attuazione, soprattutto per quanto riguarda i controlli, con parametri di resa ettaro-coltura che siano commisurati alle nostre produzioni serricole;
4) Interventi immediati del governo regionale, anche attraverso piccoli segnali che aiutino a superare i vincoli del “de minimis”;
5) Garanzie per i piccoli e medi produttori agricoli, anche non associati in O.P., ai fini dell’erogazione di aiuti;
6) Tenuto conto che negli ultimi tre anni si è assistito a un taglio netto di risorse per l’agricoltura di un miliardo e mezzo di euro, oltre all’emergenza causata dai danni del maltempo e del ciclone del 10 e 11 marzo u.s., occorre una risposta non più rinviabile nei confronti della nostra agricoltura, risposta che prenda in considerazione: a) i costi di produzione sempre più pressanti; b) i costi burocratici e contributivi opprimenti; c) i redditi falcidiati dai prezzi realizzati dai produttori, assolutamente non remunerativi e che allontanano sempre più qualunque ipotesi di sviluppo del settore; d) celerità dell’iter burocratico relativo alla liquidazione degli indennizzi relativi ai danni subiti dalle aziende agricole nel 2011 (tromba d’aria) e 2012 (ciclone Athos);
7) L’abbattimento dell’accisa sul gasolio agricolo, di vitale importanza per la serricoltura e la floricoltura;
8) In ordine al recente accordo di scambio commerciale con il Marocco, approvato dal Parlamento europeo il 16 febbraio u.s. e le devastanti ripercussioni che ne derivano per l’economia siciliana, si chiede al Governo regionale e nazionale, così come avviene in altri paesi europei, come la Spagna, l’adozione di misure compensative a sostegno dell’agricoltura e della serricoltura, al fine di scongiurare l’ennesimo attacco alla nostra economia che segnerebbe la fine dell’agricoltura siciliana;
9) La rivisitazione dell’art. 62 del decreto legge 24/01/2012 n. 1, in modo da garantire i diritti dei produttori in funzione della loro effettiva capacità di spesa;
10) Un sistema premiale per le aziende agricole che regolarizzano la manodopera degli immigrati;
11) La ridefinizione dei prossimi PSR come occasione per il rilancio della funzione sociale dell’agricoltura siciliana nel rapporto con i sistemi produttivi ed economici del Mediterraneo rimettendo al centro del lavoro la tutela del territorio ed il diritto ad un cibo sano e garantito per i cittadini siciliani.
Vittoria, 11 Dicembre 2012