Replico alle dichiarazioni rilasciate dal presidente dimissionario del Vittoria Calcio, Salvatore Barravecchia, a proposito della situazione finanziaria della società sportiva. Appare strano in un periodo bisogna fronteggiare questioni di rilievo come la penuria d’acqua, il reperimento di risorse per l’assistenza a persone in difficoltà, una migliore qualità della viabilità e dei servizi, doversi occupare di rispondere al presidente della società di calcio che si dice assillato da assegni protesto, creditori e problemi di credibilità con Lega e Federazione, e che per nascondere la propria inadeguatezza al ruolo ricoperto mi cita, unitamente all’esperto alle Politiche sportive, Fabio Prelati, come corresponsabile del suo sfascio gestionale. Non si può permettere a nessuno, neanche a un soggetto con evidenti difficoltà, di mentire sul ruolo delle istituzioni, che si sono sempre distinte per il sostegno alle attività sportive e alle società, ma anche per la concretezza e per la parsimonia nell’uso delle risorse pubbliche, così scarseggianti in questo periodo da non poter essere spese per sanare i debiti di qualche amministratore di società sportiva. Quello che Barravecchia stenta a comprendere è che il Comune non ha mai promesso nulla e ha sempre reputato che laddove esistessero disponibilità di bilancio avrebbe potuto dare un contributo alla società, ma nelle forme, nei modi e nei limiti ritenuti di volta in volta opportuni dalla Giunta. Il Comune può dare sostegno alle società sportive, ma quando un amministratore di società assume oneri e onori deve avere prima di tutto, oltre alla capacità di gestire lo sport, la solidità economica necessaria per non inguaiarsi e per non gettare discredito sulla città, conducendo stagioni dignitose, senza seminare debiti e magari, e dovrebbe essere anche questa condizione essenziale, senza risse, senza cattive nomee, senza sanzioni disciplinari. L’ho detto in passato e lo ribadisco: ritengo positivo l’impegno di Barravecchia nel tentativo di gestire una società così importante in uno sport oneroso come il calcio, ma questa sua ultima uscita gli fa perdere credibilità, e denuncia una visione che ben poco ha a che fare con lo spirito e con la pratica sportiva. L’amministrazione comunale, se esisterà ancora la società, cosa che auspico ma che nessuno ha mai imposto né indotto, potrà deliberare un contributo modesto, anche per non sperequare rispetto alle decine di società che in maniera sana e meno dispendiosa affrontano ogni anno campionati e impegni sportivi. Ma appare fuori luogo il tentativo maldestro di scaricare sul Comune i debiti e le colpe di coloro che si sono dilettati ad assumere cariche di responsabilità nel mondo del gioco.