Ieri si è conclusa una delle esperienze più esaltanti tra le attività amministrative realizzate nella nostra città: il Vittoria Jazz Festival. Siamo orgogliosi di quest’ottava edizione che ci conferma di aver visto giusto allorquando l’abbiamo creata dal nulla, insieme a Francesco Cafiso, Emanuele Garrasi e, all’epoca, Luciano D’Amico.
Il Vittoria Jazz Festival è un bene immateriale, la cui valenza è paragonabile ad un’importante opera pubblica. Migliaia di turisti sono venuti nella nostra città ed hanno affollato il centro storico, così come migliaia di vittoriesi lo hanno riscoperto ed apprezzato. Inoltre, non va sottovalutato che bar, ristoranti, pub ed altri esercizi pubblici hanno raccolto i frutti immediati di questo splendido investimento economico ed amministrativo. Tutti hanno avuto parole di apprezzamento e grazie al Vittoria Jazz Festival, la nostra è entrata nel novero delle città che si occupano di cultura e di musica ai massimi livelli. I più prestigiosi nomi internazionali del jazz hanno calcato il nostro palcoscenico, in Piazza Enriquez. Eppure, nonostante la presenza di star mondiali, la vera star e il vero vanto di un’eccezionale serata finale è il magico Francesco Cafiso; e lo è non solo come direttore artistico del festival, ma anche e soprattutto come leader di un concerto che, sono certo, entrerà nella storia della musica e resterà indelebile nel ricordo di tutti i presenti, per la magnifica presenza in contemporanea, sul palco, di eccellenti artisti nostrani e, nel bis finale, di tutta la band di Rubalcaba.
Dicevo di una rassegna musicale che è l’equivalente di una grandissima opera pubblica nella quale, però, finora, ha creduto solo il comune di Vittoria e le poche aziende private che la sponsorizzano. Nel ringraziare quanti hanno dato vita a quest’eccezionale edizione, compreso Giuseppe Gambina per i video che hanno anticipato i concerti, mi auguro che si apra un’ulteriore fase di irrobustimento della compagine che deve sostenere, tra privato e pubblico, quest’enorme patrimonio artistico-culturale che abbiamo creato e di cui Vittoria e i vittoriesi devono essere orgogliosi.