Replico alle dichiarazioni dei Giovani Comunisti a proposito dell’assunzione a tempo determinato di Davide Stival. Parlano di squallida vetrina, ma la verità è che hanno innescato una squallida polemica. Una piccola sigla ormai fantasma, che non interviene nel dibattito cittadino e che e non svolge alcuna attività politica, non trova di meglio da fare che trattare con i guantoni da boxe un caso umano delicatissimo.
I Giovani Comunisti mischiano nella loro macedonia di idee la questione delle assunzioni nell’Ufficio di gabinetto, che farebbero bene a trattare assieme a quelle degli oltre centocinquanta stabilizzati del Comune (tra l’altro, a chi è veramente di sinistra dovrebbe stare a cuore la scelta di dare un lavoro stabile e non precario a quanti lo hanno prestato nei presupposti di legge, anche se all’epoca non erano stati selezionati tramite pubblici concorsi), con una vicenda umana dolorosa, il cui atto solidarietà è diventato un simbolo in Italia.
Peraltro, ad avere questa “vetrina”, che io chiamo invece riconoscimento nazionale di sensibilità, non è il sindaco, ma la città di Vittoria, di cui si sta parlando benissimo in campo nazionale. E di questa città fanno parte, anche se non l’hanno capito e non ne hanno alcun merito, anche i Giovani Comunisti.
Posso capire le ragioni delle tante famiglie disperate, che magari non sono attrezzate culturalmente e sono preda delle difficoltà quotidiane, e che il Comune aiuta in diversi modi, ma alle quali non può assicurare posti di lavoro perché non ne ha le facoltà di legge: comprendo il fatto che alcune di queste famiglie possano dolersi di non aver ricevuto le stesse attenzioni del signor Stival, ma auguro loro di non trovarsi mai a dover fruire di un simile atto di solidarietà in condizioni analoghe a quelle vissute dal neo-assunto. Trovo incomprensibili, invece, le posizioni di qualche delinquente locale che punterebbe ad aizzare livori e a indirizzare minacce, e trovo penosa e vergognosa la polemica del gruppuscolo politico dei Giovani Comunisti, che pretenderebbe di conquistare una piccola vetrina lucrando su un caso doloroso. Ancora una volta, avrebbe fatto meglio a tacere o ad occuparsi di attività meritevoli di attenzione dialettica.