Nella giornata di ieri, venerdì 2 gennaio, abbiamo ricordato con una messa in basilica le vittime della mafia. Si è rinnovato il rito di dolore e di attenzione verso le vittime della criminalità, che a vittoria nella data del 2 gennaio vengono ricordate tutte in occasione della ricorrenza della strage del ‘99. Tantissime sono purtroppo le vittime vittoriesi, e l 2 gennaio non può restare solo un’occasione per manifestare solidarietà ai loro familiari, ma dev’essere un momento di riflessione sul peso che la criminalità ha avuto nella nostra città e su come impegnarci giorno dopo giorno per riscattarci da tutto ciò. Restano ancora degli omicidi irrisolti:, il più recente dei quali è quello di Ivano Inglese, e faide misteriose, come quella recentissima in cui è stato ucciso Michele Brandimarte. Ritengo che non possa esservi serenità di coscienza se tutti insieme non gridiamo forte in queste occasioni che la città deve ribellarsi: le coscienze civili e le persone perbene debbono ribellarsi alla mentalità mafiogena con la quale piccole fette della popolazione hanno condizionato crescita e sviluppo a Vittoria. Dobbiamo gridare forte che occorre collaborare e denunciare, che chiunque sa qualcosa parli, che gli attentati incendiari abbiano un volto, che ogni piccolo indizio venga testimoniato, che nessun cittadino possa ritenere conveniente il tacere o l’ammiccare a comportamenti che possono diventare di compromissione con la criminalità. Siamo tutti noi che dobbiamo, prima ancora delle forze dell’ordine, difendere la democrazia in questa città, prendere coscienza che ognuno può e deve fare la propria parte, come hanno fatto pochi giorni fa gli studenti, che hanno riempito il Chiostro delle Grazie dei loro visi puliti e desiderosi di legalità. Lo dobbiamo fare non solo per le vittime innocenti che il crimine ha mietuto, ma per assicurare un futuro più libero, più civile e più democratico a questa città e ai nostri giovani.