Con sentenza 858 del 2014, Francesco Aiello è stato condannato al risarcimento del danno ex art. 2043 Codice civile nei confronti del sottoscritto. Si tratta di un risarcimento di danno non patrimoniale per avere leso la reputazione e l’immagine del sottoscritto diffondendo dichiarazioni che l’accertamento giudiziario ha rivelato false. Anche se dispiace quando un soggetto viene condannato per aver violato delle leggi, alcune delle quali di rilevanza penale, non posso non esprimere soddisfazione per il trionfo della verità sulle falsità di Aiello. I fatti oggetto del procedimento che si è appena concluso riguardavano le sue dichiarazioni di” inquinamento al Comune” e di “connivenze mafiose”, di aver utilizzato in campagna elettorale malavitosi, di averli gratificati con incarichi, oltre alla minaccia di stare attento nel rientrare in casa la notte e di essere più sobrio. Rispetto a tutte queste gravissime diffamazioni, dopo che su altre è già intervenuto il giudice penale, che ne ha condannato il comportamento delittuoso, anche il giudice civile ne ha accertato l’infondatezza e la non attinenza alla critica politica, ritenendo che “lungi dal concretare un’opinione perché prive della benché minima completezza argomentativa, risultano viceversa caratterizzate da mera contumelia”. È importante sapere che non tutto è giustificato, che anche nell’agone politico deve esserci rispetto delle persone e delle regole, e che non esistono intoccabili, perché la legge è uguale per tutti, e chiunque delinqua deve risponderne.