Intervengo nel dibattito scaturito dalla presentazione del ricorso al Tar sul Piano regolatore generale. Trovo assurdo che un’opposizione pateracchio che continua a votare in Consiglio comunale atti illegittimi se ne vanti pure. Sul Prg quell’opposizione ha dato il peggio di sé, votando una delibera sulla cui legittimità il segretario generale e il dirigente competente hanno sottolineato i pareri negativi. Peraltro, l’atteggiamento dell’opposizione è eticamente esecrabile, considerato che intende difendere in giudizio, con soldi pubblici, gli interessi dei tre consiglieri ai quali è stato notificato il ricorso. Ben diverso il comportamento dell’amministrazione comunale, che non ha inteso spendere denaro pubblico ed ha i delegato l’Ufficio legale del Comune, e quello dei consiglieri ricorrenti del Pd, che non hanno impegnato risorse pubbliche ma si sono rivolti al Tar privatamente. Ma il punto non è questo. Il punto nodale è che sul Prg si stanno scontrando due opposte mentalità: la nostra guarda ad un nuovo piano regolatore per sbloccare la città, per darle prospettive turistiche ed economiche, per consentire una svolta a questo territorio che salvaguardi e valorizzi le bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche e che nello stesso tempo dia ai cittadini la possibilità di superare la logica dei vincoli ultratrentennali e di scommettere sul turismo a mare e sulla valorizzazione delle spiagge, dando opportunità di lavoro e di crescita economica non altrimenti sostenibili. La visione dell’opposizione targata Lombardo, Mustile, Aiello e Moscato, al contrario, pretende di mummificare la città e di ostacolarne lo sviluppo, mantenendo l’aspetto datole quarant’anni fa dal vecchio Prg: una missione conservatrice, asfittica, senza prospettive, paralizzante, che nega alla città la possibilità di scommettere su forme economiche innovative. I fatti e il tempo daranno ragione a chi lavora nell’interesse della città e prova a individuare strumenti per il suo sviluppo economico e turistico, piuttosto che a chi imbastisce alleanze innaturali e trasversali e non riesce a dare idee e prospettive al territorio.