Sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Vittoria nei confronti del consigliere comunale Francesco Aiello, in merito a diverse diffamazioni. Il consigliere comunale in questione è stato giudicato colpevole dei delitti commessi il 25 marzo, l’8 aprile e l’8 maggio 2009, con i quali ha diffamato il sottoscritto, parlando di gruppi para malavitosi in campagna elettorale, incarichi, compensi, posti di lavoro e di questioni legate ad attività amministrative. Avendo violato gli articoli del codice penale che puniscono la diffamazione è stato condannato, oltreché alla pena di ottomila euro di multa ed al pagamento delle spese processuali, anche al risarcimento danni nei confronti del comune di Vittoria, per diecimila euro, e del sottoscritto in proprio, per ventimila euro, per aver diffamato e leso l’immagine e l’onorabilità del Comune e dello stesso sindaco.
Per quanto mi riguarda, posso dire che non c’è nulla da gioire quando una persona viene condannata, però è anche giusto che chi viola la legge e chi commette dei reati e dei delitti sia chiamato a risponderne perché è questa l’esigenza rieducativa dello Stato e della pena nei confronti di chi viola il codice penale. Dinanzi alle pure contumelie, alle diffamazioni ed alle offese personali, non ci si può trincerare in maniera poco coraggiosa dietro il diritto di critica politica perché un cardine del vivere civile è il rispetto della persona e che, comunque, visto che il consigliere Aiello non conosce questo cardine, almeno così, quanto meno, imparerà a rispettare la legge, che è l’altro cardine su cui si poggia il vivere civile e democratico.