Esprimo la mia solidarietà al consigliere comunale Giulio Branchetti per essere stato fatto oggetto, nell’ultima seduta del Consiglio comunale, svoltasi ieri sera, dell’ennesimo attacco personale e familiare, frutto dell’imbarbarimento politico e della strategia della calunnia, che è ormai l’unica arma in mano al consigliere Aiello. Per quest’ultimo, Branchetti era utile quando si spendeva elettoralmente per lui, mentre è diventato “politicamente pentito” quando, assieme a molti altri, ha deciso di non seguire Aiello nella sua rovinosa caduta politica e nel conseguente delirio da perdita di potere. Ieri sera il consigliere Branchetti è stato fatto segno di una vendetta verbale diretta e trasversale, che ha colpito anche la sua famiglia e che ha fatto precipitare il livello del dibattito consiliare, scaduto nelle offese personali e nelle diffamazioni. Quanto è accaduto in aula non può non indurmi ad un invito a recuperare il rispetto per le persone, prima ancora che per le istituzioni, e a non seguire la scia della macchina del fango. Il dibattito politico deve elevarsi in tutte le sedi, e in primo luogo in seno al Consiglio comunale e, pur nella normale dialettica, deve sempre tendere all’interesse generale e alla realizzazione di programmi e obiettivi, rimanendo scevro da propositi di vendetta e di ritorsione personale.