Nel corso dell’ultima seduta consiliare, le opposizioni hanno approvato un emendamento che modifica in modo sostanziale lo schema di massima del Prg e hanno perso un’importante occasione di dialogo e di confronto con la città. In modo autoreferenziale, senza confrontarsi e senza discutere con il resto del Consiglio comunale e con la città (al contrario di quanto ha fatto l’amministrazione comunale, che negli ultimi due anni ha organizzato convegni e conferenze con tutti gli ordini professionali) hanno partorito un documento elaborato da pochi e probabilmente coadiuvato da studi tecnici privati e hanno deciso la strada dei numeri della maggioranza consiliare su un tema importante che, come lo Statuto comunale e gli argomenti più importanti, dev’essere non di una parte ma il più partecipato possibile. Al di là del metodo, trovo assai modesto, peraltro, il contributo tecnico che proviene da questa deliberazione, che di fatto impedisce lo sviluppo commerciale artigianale e turistico della città, bloccandola a quello che è da quarant’anni anni, mantenendo la logica dei vincoli ultratrentennali e impedendo il rilancio turistico e alberghiero di Scoglitti. Temo che quest’atto contraddica fortemente le indicazioni generali e l’impostazione della pianificazione di sviluppo che era stata concertata e che pertanto le opposizioni abbiano partorito un mostriciattolo informe piuttosto che un Prg. Mi spiace per Sel, che so che ha lavorato seriamente per una modifica e un miglioramento delle proposte che aveva avanzato l’amministrazione comunale, ma che ha finito per rimanere coinvolta in un atto di prevaricazione della maggioranza qualunquista di destra, che utilizza il Prg per fare prove di forza elettorale che hanno come unica conseguenza quella di danneggiare la città e le sue prospettive di crescita. Noi continueremo a lavorare perché Vittoria esca fuori da trent’anni di immobilismo urbanistico e si giochi, alla pari con le altre città, le prospettive di sviluppo turistico e artigianale che questo scriteriato atto intende invece frenare.