L’accorpamento delle Province è una scelta conigliesca e farsesca

Intervengo in relazione al paventato accorpamento della provincia di Ragusa con quella di Siracusa. Si era parlato dell’eliminazione delle Province e abbiamo invece subito il commissariamento della sola provincia di Ragusa. Siamo contenti per la scelta del commissario straordinario Giovanni Scarso, ma siamo altresì del tutto scontenti del fatto che la Provincia di Ragusa sia stata l’unica penalizzata con il commissariamento e, quindi, con l’annullamento degli organi democratici. Ora cominciamo a leggere di accorpamenti e di ipotesi di accorpamento. Se è vero che si risparmiano svariate decine di milioni di euro con l’accorpamento, non si capisce, allora, perché non si vada all’eliminazione totale delle Province. L’accorpamento è una scelta solo ed esclusivamente penalizzante, perché renderà ancor più distante queste realtà dai territori; già ne avvertivamo la distanza politica e di intervento, tanto che abbiamo salutato la provincia di Ragusa come un ente che, purtroppo, è stato solitamente una matrigna nei confronti della città di Vittoria e del versante ipparino; non vorremmo, adesso, ricadere tra braccia di Province come quelle di Siracusa o di Catania, ancora più lontane, che non farebbero minimamente gli interessi della realtà del Sud – Est siciliano. Ecco perché, da provincia virtuosa, possiamo accettare la eliminazione, che è un esempio di economia, di solidarietà, di attività politiche, di mancanze di aiuti rispetto ad altri territori regionali e che fa da se. Possiamo accettare l’eliminazione della provincia di Ragusa, anzi salutarla come una scelta rivoluzionaria in positivo e fondamentale, insieme, però, all’eliminazione di tutte le Province d’Italia. Così come andrebbero eliminate le strutture ministeriali assolutamente inutili; è, però, assolutamente inaccettabile l’ipotesi di macro province che renderebbero ancora più distanti e inutili questi enti rispetto alle esigenze di questo territorio; esistono già le aree e le città metropolitane, iper attenzionate dai finanziamenti regionali; non possiamo permettere che, con l’ulteriore creazione di macro province, acquisiscano grandissimo rilievo, grandissima importanza ed ulteriore finanziamenti a discapito delle altre località territoriali proprio le grandi aree metropolitane. A questo punto ci vuole un sussulto di orgoglio e di dignità non soltanto di tutti gli Amministratori locali, ma anche dei livelli regionali e nazionali, per andare fino in fondo a questa riforma, varare una riforma costituzionale e dire: eliminiamo totalmente le province e i consorzi tra i Comuni liberamente organizzati si dotino di quelle realtà che, tramite consorzio, appunto, possono raggiungere obiettivi similari. L’accorpamento delle Province è il peggior male possibile: la scelta conigliesca e farsesca di quella che doveva essere una rivoluzione epocale per eliminare gli sprechi.
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