Esternalizzazione del servizio di igiene urbana, il Tar dà ragione al Comune

sap2Il Tribunale amministrativo regionale per la Sicilia, sezione staccata di Catania, si è pronunciata sul ricorso presentato dai dipendenti dell’Amiu contro il comune di Vittoria per l’annullamento delle delibere di Giunta e del Consiglio comunale aventi ad oggetto la liquidazione volontaria dell’Azienda municipale di igiene urbana, nonché degli atti consequenziali, e per il risarcimento dei danni. Con sentenza depositata il 20 maggio, la terza sezione del Tar di Catania  ha dichiarato il ricorso in parte improcedibile e lo ha rigettato nel merito. È un risultato di cui vado orgoglioso, perché conferisce un’ulteriore patente di legalità agli atti di esternalizzazione del servizio di igiene urbana. La decisione del Tar entra nel merito, suggellando l’opportunità delle scelte compiute dall’amministrazione comunale, che puntavano ad un risparmio dei costi e al miglioramento del servizio, e dando atto dell’ampio confronto sindacale avviato prima della messa in liquidazione dell’Amiu. Da parte dei giudici, quindi, vi è stata una promozione a pieni voti delle procedure di liquidazione e della successiva esternalizzazione del servizio di igiene urbana. La bocciatura del ricorso non va intesa tanto nei confronti dei dipendenti dell’Amiu, che rivolgendosi ai giudici amministrativi hanno esercitato un loro diritto, quanto piuttosto nei confronti di quella frangia dell’opposizione che si era schierata contro gli interessi della città e che pretendeva che mantenessimo il cattivo funzionamento del servizio e l’emorragia di fondi pubblici, a tutto discapito dei cittadini. Con la nostra scelta abbiamo evitato, oltre al disastro ambientale, anche quello economico, che nell’arco di pochi anni avrebbe decretato la triplicazione della tassa sui rifiuti, a fronte di un servizio pessimo. La morale politica che possiamo trarre dalla sentenza del Tar è che noi  continuiamo a difendere gli interessi della città, i servizi e l’ambiente, e di ciò ce ne dà atto non solo l’opinione pubblica, ma anche l’autorità giudiziaria. Altri, invece, come l’opposizione, difendono interessi di parte e vanno contro l’interesse della collettività pur di creare ostruzionismo a sottoscritto e all’amministrazione comunale.

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